Ti starai chiedendo dove ti trovi, cchi sta liggennu e forse “ma picchì sugnu cca?”.
Una domanda lecita che merita una risposta soprattutto se non hai visto il post precedente.
Ti trovi in un nuovo spazio, dove La Liscìa Catanese diffonderà il verbo attraverso news, racconti, opinioni e pensieri liberi.
Non possiamo di certo negare che l’argomento del momento sia poi lo stesso che ci ha fatto conoscere da questo punto di vista e ci ha tenuto uniti.
Il motore di tutto il nostro attuale cambiamento, la nostra prospettiva futura, le proiezioni quotidiane e la nostra principale paura.
Mi rendo conto come a distanza di mesi, dall’ultima volta che ne ho parlato, che ho raccontato all’interno della community Facebook della Liscìa Catanese e scritto dopo nel libro Scinquanta Spumature di Quarantena, il nemico numero uno, ha cambiato alcuni (o molti) di noi, al susseguirsi degli eventi e degli aggiornamenti quotidiani.
Basti pensare che siamo passati da “maattri però Conte è beddu ah..” a “maatrri ma quantu è beddu Can Yaman chiddu tuccu".
Diciamo che abbiamo leggermente oltrepassato la linea sottile del buon gusto.
Lo ricorderete bene, il momento in cui con la sua voce suadente irrompeva nelle nostre case dandoci delle brutte notizie, ma che al tempo stesso erumu tammenti mbriachi e cca panza china, che tutto quello che ci diceva per noi era comunque na cosa bella.
“Chi dissi Conte?” chiedeva qualcuno dall’altra stanza lontano dalla televisione
“Ti pari ca u’capii? Semu pessi” rispondeva l’attento davanti la televisione.
Sono dei ricordi che difficilmente andranno via e che forse rappresentano la chiave di quel lockdown. Aumentava il battito quando arrivava una notifica delle sue dirette, ora è una tra le tante notifiche.
Una cosa però accomunava tutti noi, la capacità d’ascolto e di ragionamento.
Prima c’era fiducia verso le competenze, la professionalità.
Bastava che Conte pronunciasse “Comitato Tecnico Scientifico” per renderci conto che persone con un minimo di scola e qualche granello di mennùla in più rispetto a noi, stesse lavorando per trovare la soluzione.
Oggi tutto è cambiato.
Oggi l’opinione di chiunque risulta essere un trattato scientifico e soprattutto ci fidiamo più di chiddu ca arùsti i cacocciuli che dei dottori.
A proposito di chiddu ca arusti i cacocciuli.
Proprio ieri mi accingevo a ordinare e comprare i carciofi per il post-pranzo.
Avvolto tra la nebbia profumata mi arìsico a dire “Mbare ma non ta metti a mascherina?”
Lui mi risponde “tuttu stu fumu ammazza quassiasi cosa”.
Fino a quel momento sembrava una normalissima e forse banale battuta liscìa, ma a un certo punto, cercando il mio sguardo nascosto tra le nubi afrodisiache, sbatte ripetutamente la sua mano al petto e con sicurezza scientifica mi dice “Ascuta a mia, finenu tutti cosi. Non c’è chiu nenti”
Temo che dopo Angela da Mondello, possa diventare anche lui famoso e magari tra un paio di giorni ci faranno anche una canzone, e poi i meme e poi dalla D’Urso ecc.
Ma il punto è proprio questo. Non stiamo riuscendo a pesare le parole delle persone che conosciamo e dei personaggi famosi.
Stiamo credendo a chiunque e forse non stiamo avendo più un punto di vista personale.
Che poi se ci pensate è un paradosso bello e buono.
Quando ci hanno chiesto di stare a casa, cu cantava ndo baccuni, cu cucinava pani ppi tuttu u quatteri, cu abballava ndi instagram e cu faceva pizzi ca direttamenti vah!
Ora ci stanno semplicemente chiedendo di mettere una mascherina e stamu facennu buddellu.
Per completare questo “new post” in questo nuovo spazio, mi rifaccio a un bellissimo tweet che ho letto stamattina e che per onor di cronaca mi trovo costretto a tradurre per enfatizzare la catanesità di questo scenario:
“Se un neurochirurgo si teni na mascherina ppi deci uri, e resta concentratu mentri cecca di luvari na cosa brutta ndi na testa raputa davanti a iddu, tu ta po mettiri tranquillamenti ppi passìari u’cani senza fari puppetta”.
Resta aggiornato con le storie di ordinaria Liscìa.
Come fare? Lascia la tua mail qui e verrai avvisato ogni qual volta mi veni di sparari na minchiata.
Vi voglio con la salute amici cari.